ll crescente interesse degli statunitensi per la cucina italiana intensifica i legami commerciali tra i due Paesi, stimolando l'export di cibo e bevande e la diffusione di prodotti e piatti Made in Italy nelle case e nei ristoranti locali.

Una passione che vale oltre 6 miliardi di euro

Nel settore agroalimentare la partnership tra Italia e Stati Uniti si è rafforzata costantemente nel corso degli anni, complice la crescita a doppia cifra delle esportazioni italiane di cibo e bevande verso il Nuovo Continente. Nel 2023 il loro valore ha, infatti, sfiorato i 6,6 miliardi di euro (il 45% in più rispetto al 2019). Un cifra record che, nello stesso anno, è valsa all’Italia la terza posizione nella classifica dei principali paesi esportatori di prodotti agroalimentari negli Stati Uniti (dopo Messico e Canada e scalzando la Francia dal gradino più basso del podio). 

Verso un nuovo record (dazi permettendo)

I dati relativi ai primi 7 mesi del 2024 confermano il trend positivo delle esportazioni agroalimentari italiane verso gli Stati Uniti, in crescita del 20% in valore e del 13% in quantità rispetto al 2023. Tuttavia, mai come in questo momento il futuro degli scambi commerciali tra i due paesi appare incerto, complice il rischio di un possibile inasprimento dei dazi doganali in caso di vittoria di Trump alle prossime elezioni presidenziali.

Esportazioni di prodotti agroalimentari dell'Italia negli Stati Uniti nei primi 7 mesi del 2024 (var. su base annua)

Valore (4,4 mld€)
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Quantità (1,3 mln tonn.)
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Un carrello ricco di prelibatezze

Un’analisi merceologica più approfondita dei flussi commerciali tra i due paesi ha rivelato come, nel corso degli ultimi anni, il settore alimentare abbia mantenuto e consolidato il proprio primato su quello delle bevande, assorbendo il 60% del valore complessivo delle esportazioni agroalimentari italiane verso gli Stati Uniti, con un incremento di 9 punti percentuali rispetto al 2019.

Più nel dettaglio, la classifica delle merceologie più esportate vede saldamente in testa l’olio di oliva (666 milioni di euro nel 2023), seguito, a notevole distanza, da diversi prodotti alimentari (tra cui la pasta, le salse e le preparazioni di salse, i formaggi secchi e stagionati, il pane,  biscotti e prodotti di pasticceria) e alcune bevande (il prosecco DOP al quarto posto in classifica e le acque naturali / minerali, al settimo). Chiudono la top10, con valor di export inferiori ai 200 milioni di euro nel 2023, la carne di maiale e altri suidi, i pomodori e il caffè.

La passione degli americani per la cucina italiana

Quello che difficilmente qualsiasi politica commerciale protezionistica potrà scalfire è il grande interesse che i cittadini statunitensi mostrano per i nostri prodotti e piatti tipici. Secondo un recente sondaggio,  la cucina italiana è la più popolare negli Stati Uniti, al pari di quella nazionale (92%) e con un buon margine di vantaggio sulla cucina messicana, cinese e spagnola. Il 60% degli americani si dice, inoltre, convinto che l’Italia sia il Paese migliore al mondo in fatto di cibo.

In vetta alla classifica dei piatti più amati troviamo la lasagna (82% di preferenze), ma con uno scarto minimo rispetto ai diretti inseguitori, tra cui gli spaghetti con polpette (80%), i ravioli e i maccheroni con formaggio (entrambi al 78%), la pasta al sugo e le fettuccine Alfredo (75%) e la pasta con pollo e salsa all’aglio (74%). Chiudono la top10, con percentuali di preferenze del 64-66%, i capellini con gamberi, gli ziti al forno e gli spaghetti al forno.

In cucina

L’80% dei cittadini statunitensi cucina piatti italiani in casa almeno una volta al mese e il 25% lo fa con una frequenza settimanale.

Nel 2024 si stima che negli Stati Uniti il fatturato dei ristoranti specializzati in cucina tipica italiana abbia sfiorato i 90 miliardi di euro (+3,5% crescita media annuale negli ultimi 5 anni), coprendo oltre un terzo del fatturato complessivo dei ristoranti full-service presenti nel paese (contro una media globale del 19%).