Sono strette le relazioni che prima del conflitto legavano la russia all’Italia. Reciproci scambi commerciali, investimenti e filiere produttive per un totale di 25 miliardi di euro lo scorso anno. Una relazione interrotta dalle sanzioni e soprattutto dal conflitto. In un periodo quindi  in cui gli italiani rimangono in allerta, sono tante le questioni che destano preoccupazione e nell’elenco non manca ovviamente la guerra in Ucraina. Dalla nostra indagine di agosto, condotta assieme a Nomisma, emergeva come più di un cittadino su quattro fosse preoccupato del conflitto russo-ucraino, con una incidenza maggiore tra i baby boomers. In vetta alla classifica dei pensieri rimane, nonostante tutto, il clima la cui emergenza desta riflessioni su quasi 4 italiani su 10. Subito dopo la penuria di energia (30%) e immediatamente a seguire l’inflazione (29%). Essere preoccupati vuol dire anche essere più motivati ad informarsi. E proprio la guarra in Ucraina vede un 55% degli italiani scegliere la televisione per sapere le ultime notizie, il 25% la stampa e il 20% altri siti internet. Ad agosto la maggioranza degli italiani era convinta che la possibilità di una guerra nucleare fosse improbabile ma c’era anche un 25% che non lo sapeva. Cifre che potrebbero essere cambiate molto nelle ultime settimane.