italiani vs americani
Intere generazioni nel nostro Paese sono cresciute e forse cresceranno ascoltando la musica Usa, guardando i loro film e usando le loro tecnologie. Siamo convinti che l’erba del vicino nordamericano sia decisamente più verde della nostra, ma forse non è proprio così

Voteranno molte meno persone di quanto di solito ne votino in Italia. È questa forse l’unica certezza delle elezioni americane di martedì 8 novembre, cioè che la scommessa più difficile sia portare alle urne un corposo numero di americani. Se in Italia la media dell’affluenza sfiora di solito il 75 per cento, in Usa si ferma al 67. Certo, questo è in parte dovuto alla disaffezione tipica dei sistemi bipolari: se ho solo due partiti da votare (Democratici o Repubblicani) e non mi sento rappresentato da nessuno di questi, è probabile che diserti le urne. Ma è soltanto questo? O c’entra anche l’economia, la sfiducia, la qualità della vita in genere?

In occasione del Super Tuesday, italiani.coop ha comparato alcuni numeri delle due nazioni per provare a disegnare un profilo dei due popoli.

Analizzando i vari indicatori, sono due le differenze sostanziali emerse: gli italiani vivono più a lungo e meglio degli americani, ma hanno meno fiducia nel futuro. Gli americani invece sono più giovani di noi e si dichiarano anche più felici degli italiani.

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Come dicevamo siamo più in salute degli statunitensi. Viviamo in media quasi 83 anni contro i loro 79. I nostri bambini arrivano più numerosi ai primi cinque anni di vita (il tasso di mortalità sotto i 5 anni è del 3,5 per mille in Italia contro il 6,5 per mille in Nord America).

Siamo più in forma, perché in Italia solo 1 abitante su 10 è obeso, mentre negli States il dato cresce a quasi 1 su 3.

E rischiamo molto di meno di morire per un omicidio (0,8 su 100 mila persone in Italia vs 5,2 in Usa). Come si sa, il possesso delle armi in America è molto più diffuso che nel nostro Paese: ogni 1000 abitanti, 88 possiedono un’arma (quasi 1 su 10), in Italia invece lo stesso numero scende di quasi otto volte, a 12 ogni 1000.

Ci prendiamo anche molto più cura di noi stessi rispetto ai nostri colleghi d’oltreoceano.

Rinunciamo più spesso di loro ai consumi proibiti. Gli statunitensi ci battono nel consumo di alcol (6 litri a testa gli italiani, quasi nove litri gli americani).  E ci battono anche nel consumo di stupefacenti, soprattutto nelle giovani generazioni: uno studente italiano su 100 fa uso di anfetamine, contro 8 su 100 in Usa. Usano anche più cannabis, ecstasy e cocaina (quest’ultimo dato è lo 0,8 per cento degli studenti italiani vs il 5,7 per cento di quelli americani). Ci concediamo solo una dipendenza in eccesso rispetto agli Usa: il fumo. In Italia utilizza regolarmente tabacco o sigarette quasi un italiano su cinque, mentre in America il dato si ferma a poco più di uno su dieci. Ci piacciamo anche più di loro, se si calcola che in Italia ogni 1000 abitanti, 7 ricorrono a interventi di chirurgia estetica, mentre in America sono 13 ogni 1000.

Insomma ci amiamo e la stessa cosa vale per la nostra vita. In media lavoriamo di meno perché in Italia solo 4 persone su 100 dichiarano di avere una giornata lavorativa molto lunga (più di 50 ore settimanali), mentre in Nord America si sentono oberati di lavoro quasi 12 cittadini su 100. Inoltre amiamo spendere per la casa, per il cibo, per l’abbigliamento e per i mobili. Spendiamo, agiamo e pensiamo spesso ragionando sul lungo periodo (mi tengo in forma per invecchiare meglio, non mi drogo perché fa male, mi prendo cura di me acquistando buon cibo). Eppure il dato è in contrasto con il giudizio complessivo che diamo della nostra vita.

Secondo i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd), assegniamo al nostro stato di salute un voto di 66 su 100.  Mentre gli americani si attribuiscono un 88 su 100

E anche sulla soddisfazione della vita nel complesso, non ci concediamo neanche la sufficienza con un 5,8, contro un 6,9 degli statunitensi. Loro quindi si sentono più felici.

Una felicità su cui incide sicuramente la composizione della popolazione: gli statunitensi sono molto più giovani degli italiani. E un popolo giovane ha una diversa percezione del proprio benessere. Ma sulla sfiducia incide anche sicuramente il tasso di disoccupazione, che in Italia è molto più alto che negli States:  13 e 11 per centro rispettivamente per donne e uomini, contro il 5 per cento per entrambi i sessi in Usa.

E la fiducia nel futuro, mista all’età media piuttosto bassa della popolazione Usa, fa sì che gli statunitensi ci battano su tutti i consumi in materia di svago e tempo libero. Leggono più di noi, vanno ai concerti più di noi e ascoltano la radio più di noi, solo nel guardare la tv proviamo ad eguagliarli. Certo sono più ricchi di noi.

Una famiglia americana media dispone di 41 mila dollari l’anno, mentre una italiana arriva a 25 mila dollari

Allo stesso tempo però hanno una povertà più diffusa che arriva a colpire il 17 per cento della popolazione (in Italia è il 13). E risparmiano anche meno degli italiani (9,6 per cento sul reddito vs 5,7 per cento in Usa). Parte del reddito inoltre è eroso dall’assenza di alcuni servizi come un’assistenza sanitaria statale e un’istruzione pubblica diffusa, per cui spendono rispettivamente il 18 per cento in più degli italiani e l’ 1,3 per cento.

Contraddizioni a parte, rimane difficile stabilire chi tra americani e italiani stia davvero meglio. Anche perché bisognerebbe capire prima cosa conta di più, se come ci percepiamo o come effettivamente stiamo.