Gli italiani vorrebbero avere famiglie numerose ma spesso questo è più un sogno da lasciare chiuso nel cassetto, piuttosto che un reale progetto di vita. Stando ad uno studio delle due demografe viennesi Beaujouan e Berghammer, l’Italia è tra le nazioni europee con il più alto gap tra prole desiderata e prole realmente avuta. Se la volontà vedrebbe i nuclei familiari popolati da almeno un paio di figli per ogni coppia, il dato reale si ferma poco sopra l’uno di media. Peggio di noi solo la Spagna con quasi 2.2 figli sperati ma, come noi, soltanto 1.4 quelli avuti. Molto meglio invece nazioni come la Norvegia, nella quale i sogni escono quasi completamente dal cassetto con una coincidenza abbastanza fedele tra la coppia di bambini attesi e quella realmente avuti.

Il tutto in una Italia che davvero vorrebbe degli eredi. Nell’indagine dell’Ufficio Studi Coop di dicembre dello scorso anno, il 26% degli intervistati dichiarava che nel 2023 avrebbe voluto mettere al mondo un figlio. Una percentuale maggiore oltretutto in base all’età: tra i 30-40enni, ben il 41% vorrebbe avere una prole.

Le difficoltà riscontrate sono di molteplice natura. Si va dalla conciliazione vita-lavoro-bambini ai problemi occupazionali, a quelli del welfare dedicato alle nuove famiglie giudicato spesso dai fruitori insufficiente. Basti pensare che stando ai dati di Banca d’Italia un bambino potrebbe costare 140 mila euro in media fino al raggiungimento della maggiore età (circa il 26% della spesa familiare complessiva). Oltretutto al crescere dei bambini, crescono le incombenze economiche fino ad incrementare il rischio di esclusione sociale e reale povertà economica per i nuclei che pensano di avere numerosi bambini.