Umore altalenante, giudizio positivo sull'operato di questi due mesi e molta coscienza che ancora non è finita. E gli italiani si sentono più sicuri se si indossano i dispositivi di protezione individuale

L’umore non ci ha assistito sempre, anche se ci siamo sforzati di mantenere sempre i contatti con tutti e anche se siamo convinti che il tempo che ci divide dal ritorno alla normalità è ancora piuttosto lungo. Attraverso i dati degli Osservatori “Lockdown” del centro di ricerche Nomisma e di “La Misura delle cose” di CSA Research/Episteme, proviamo a raccontarvi come ce la siamo cavata in questi due mesi e cosa ci aspettiamo dall’immediato futuro.

A farci difetto in queste settimane è stato a volte l’umore. Stando alle indagini di Nomisma, il 43% degli italiani dichiara di aver avuto degli alti e bassi e solo il 14% si è definito di buon umore. Per uno sue due oltretutto (52%) la condizione psicologica e mentale del Paese è peggiorata nell’ultimo periodo.

Insomma, la sensazione è che gli italiani abbiano un po’ sofferto la cattività, anche se stando all’Osservatorio CSA Research/Episteme solo uno su cinque (20%) dichiara di aver sentito in questi mesi meno persone di quelle che sentiva prima del lockdown. Gli altri si dividono tra chi ne ha contattate di più (47%) e chi le stesse (33%).

Il giudizio sulle misure prese però vede gli italiani molto pazienti. Stando alle indagini svolte da CSA Research/Episteme in queste settimane, un cittadino su due ha ritenuto i vari DPCM adeguati (un consenso che nello scorrere del tempo è oscillato tra il 46,6% e il 58%). Scelte che non sono state bocciate dagli italiani tanto che solo il 3% degli intervistati le ha ritenute esagerate (l’8% nel momento di massimo dissenso ) . La flessione dei favorevoli si colloca tutta in corrispondenza dell’ultimo DPCM di metà aprile a dimostrazione che la prolungata quarantena inizia ad inquietare gli animi.

Per il futuro poi gli italiani sembrano molto coscienti che le restrizioni non sono finite (seppur certo il peggio per il momento sembra passato). Stando ai dati CSA Research/Episteme, un italiano su tre è convinto che anche nella fase 2 proseguiranno le restrizioni sugli assembramenti, 1 su 5 fa lo stesso ragionamento per lavoro e scuola, e sempre uno su cinque è convinto che avremo limitazioni anche per gli spostamenti sul territorio nazionale. Le vacanze saranno infatti in regione per quasi un italiano su due e sulle mascherine non si transige: quasi un italiano su 2 (47%) ritiene che chi ne è sprovvisto non debba uscire di casa.