Abbiamo analizzato cosa ha detto Conte nei suoi discorsi agli italiani in questi mesi di pandemia (Eccetto il discorso del 16 maggio, eravamo già on line!)

Oltre ventimila parole. Sono esattamente 21448 i lessemi utilizzati dal presidente del consiglio Giuseppe Conte per parlare agli italiani durante la quarantena. Otto discorsi tenuti tra l’11 marzo e il 14 maggio, per presentare le varie misure adottate d’urgenza per fronteggiare il diffondersi del Sars-Cov-2. Il più lungo, quello del 26 aprile con ben 4864 parole, per convincere gli italiani a mantenere il distaziamento sociale nonostante ci fossero all’orizzonte i giorni di festa del 1 maggio. Il più corto, quello del 21 marzo, solo 739 lemmi a inizio pandemia per raccontare che la strada da percorrere era ancora lunga. Nel totale dei lessemi utilizzati, le parole significative che più ricorrono sono tutti e tutte seguite dalla ripetizione di verbi alla prima persona plurale come dobbiamo, siamo, stiamo. Affiancate poi da adesso ed emergenza.

Wordcloud Conferenze Stampa Giuseppe Conte – Periodo 11 marzo/14 maggio 2020

Le parole importanti – Nei discorsi del presidente Conte la varietà di parole è ampia, anche se sembra che il presidente abbia scelto di nominare il meno possibile la causa di tutto questo. Sulle oltre 21 mila parole, coronavirus compare solo 2 volte, neanche una volta Covid, doppia citazione per pandemia, nessuna per quarantena, due sole volte vaccino, e una cura. Al contrario la situazione presente viene rappresentata dalle parole emergenza (citata 42 volte), momento (57) e contagio (16). L’appello alla responsabilità degli italiani passa attraverso la sicurezza (31), grazie (30), attenzione (28), regole (13), rispetto (26), rispettare (11) e tutti i suoi derivati come rispettiamo (3), rispettando (3), rispetteranno (11) e altri simili. Lavoro e Italia vanno a braccetto con 43 citazioni ognuna. Senza dimenticare la dimensione della salute (20) e i medici (3) e gli infermieri (2).

Un tono per ogni tempo – Se si confrontano le nuvole di parole del primo e dell’ultimo discorso emergono chiare le differenze storiche e sociali dei periodi in cui sono stati tenuti. Il primo risale, come abbiamo detto, all’11 marzo. Qui compaiono al centro le attività che sono state chiuse per fermare la diffusione del virus. Si tratta di un momento di emergenza che coinvolge il nostro paese. Un insieme di misure che coinvolgono tutti. Nell’ultimo discorso, quello del 14 maggio, emerge chiara invece la dimensione economica. La parola più citata è milioni. Poi ci sono gli euro, le imprese, le famiglie, le persone. E accanto a tutto questo i miliardi, i lavoratori, le misure, gli autonomi.

Wordcloud Conferenza Stampa Giuseppe Conte – 11 marzo 2020

Wordcloud Conferenza Stampa Giuseppe Conte – 14 maggio 2020