Nelle case degli italiani il numero di animali domestici si moltiplica, in un rapporto simbiotico sempre più "umanizzato"

Sempre più animali, sempre meno persone

In un Paese come l’Italia, in cui si moltiplicano gli allarmi per il calo delle nascite e il conseguente declino demografico, esiste una popolazione che non accenna a diminuire ma che, al contrario, aumenta costantemente: quella degli animali domestici. Se un decennio fa il loro numero era già superiore a quello dei residenti, ma il “vantaggio” era relativamente contenuto (60,5 milioni di pet contro 60,3 milioni di abitanti), con il trascorrere del tempo la situazione è radicalmente cambiata: mentre il numero di residenti è, infatti, diminuito (da 60,3 a 59 milioni, -2%), quello degli animali domestici è aumentato (da 60,5 a 65,0, +7%), accrescendo esponenzialmente il “vantaggio” (da 200mila a 6 milioni); se nel 2013 si contavano 20 animali per ogni bambino di 0-5 anni, lo stesso rapporto, complice il calo delle nascite, ora è salito a 26.

 

Non tutti gli animali domestici, tuttavia, hanno contribuito in egual misura alla crescita registrata nell’ultimo decennio, ascrivibile in massima parte all’aumento del numero di gatti (passati da 6,9 a 10,2 milioni, +48%) e, in seconda istanza, a quello dei cani (passati da 7,5 a 8,8 milioni, +17%), a fronte di un numero pressoché invariato di altre specie animali presenti nelle case degli italiani. Lo stesso numero di cani e gatti (18,9 milioni in totale) porta il nostro Paese a detenere una delle posizioni di vertice nella classifica europea (al quinto posto dopo Russia Germania, Regno Unito, Francia), mentre in rapporto alla popolazione residente il dato dell’Italia è in linea con la media del vecchio continente (323 ogni 1.000 residenti).

Un italiano su due vive con un animale domestico

La presenza di animali domestici nelle case degli italiani è cresciuta di pari passo con il loro numero: nell’ultima rilevazione di Coop – Nomisma, realizzata a dicembre 2023, il 53% degli italiani ha, infatti, dichiarato di convivere con almeno un animale domestico (di cui: il 48% anche con altre persone; il 5% solo con animali domestici). La frequenza con cui gli italiani convivono con uno o più animali domestici cresce all’avanzare dell’età (dal 44% dei 18-29enni al 60% dei 55-65enni), tra le donne (58% vs. 47% degli uomini) e i residenti nelle aree rurali / extra-urbane (61% vs. 49% nelle aree urbane), mentre rimane pressoché invariata da Nord a Sud.

Un rapporto simbiotico

Oltre ad essere sempre più frequente, il rapporto degli italiani con gli animali domestici appare sempre più “umanizzato”: secondo una recente indagine condotta da Aisa, la quasi totalità di chi ne possiede uno considera il proprio pet parte integrante della famiglia, ritenendo che convivere con un animale migliori il proprio benessere psicologico.

E proprio come si farebbe con un membro della famiglia non sono pochi gli italiani possessori di animali domestici che hanno pensato, almeno una volta, di: lasciare parte o tutta la sua eredità a favore del suo/dei suoi animale/i; dare disposizioni di essere seppellito con il suo animale domestico.

Le parole che più spesso i pet owners associano al rapporto con i propri animali rilevano la natura romantica della relazione che viene ad instaurarsi, tra affetto e coccole (43% dei possessori), amore incondizionato (41%), gioia e felicità (32%). Tuttavia, il legame tra uomo e animale spesso trascende la componente sentimentale, andando a toccare altre sfere emotive (supporto in primis), valoriali e comportamentali.

Il “prezzo” dell’amore

In questa nostra narrazione non possiamo tralasciare l’aspetto più “pragmatico” legato alla spesa che i pet owners si trovano a sostenere per i propri animali domestici: un mercato che l’Ufficio Studi Coop stima possa valere 6,8 miliardi di euro l’anno, tra cibo (4,3 miliardi di €, 64% del totale), visite veterinarie (1,3 miliardi di euro, 20% del totale) e altre spese (1,1 miliardi di euro, 16% del totale).

 

 
Rapportando il giro d’affari complessivo al numero di proprietari di animali domestici, l’Ufficio Studi Coop ha stimato una spesa media annua di circa 1.050€ a famiglia, che varia tuttavia in relazione al contesto di riferimento, superando la soglia dei 1.100€ nel Nord Italia, dove sono localizzate le 4 Regioni ai vertici della classifica (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Toscana) e nelle famiglie con due componenti.

Come rileva un recente sondaggio dell’Ufficio Studi Coop, condotto in collaborazione con Nomisma, i pet owners acquistano la maggior parte dei prodotti per i propri animali domestici (cibo, giochi, accessori, …) nelle catene pet shop di medio-grandi dimensioni (40% del campione), seguito dai punti vendita della GDO (23%, dai piccoli negozi specializzati e dai canali online (privilegiati rispettivamente dal 21% e dal 15%).

Trasversalmente ai canali utilizzati, tra i principali driver di acquisto di prodotti per animali domestici spiccano il salutismo (che guida le scelte del 46% dei possessori di animali), il costo e le preferenze dei propri animali (entrambi al 41%), la qualità e gli ingredienti (rispettivamente 38% e 32%).

Nei progetti di vita degli italiani gli animali superano i bambini

Per quanto costoso possa essere mantenerli, gli italiani non sembrano intenzionati a rinunciare a possedere un animale domestico, come dimostra la percentuale di coloro che, secondo un recente sondaggio condotto dall’Ufficio Studi Coop in collaborazione con Nomisma, quest’anno sono intenzionati a prenderne uno o vorrebbero farlo ma non pensano accadrà (rispettivamente 10% e 25% del campione). Complessivamente, un terzo degli italiani (35% del totale) desidera avere un animale domestico in casa – o più di uno per chi già lo ha – dieci punti percentuali in più rispetto a chi desira un bambino (25%). Un gap rilevato anche tra i giovanissimi 18-29enni, sebbene scenda al 7% (42% vs. 35%).

Fonti statistiche di riferimento per la redazione dell’articolo: Ufficio Studi Coop, Nomisma, Istat, Assalco-Zoomark, Yougov, Eurispes, Aisa