Più di 2 milioni di italiane pronte a scendere in politica nel 2022, 7 manager su 10 sceglierebbero una donna. Nei giorni dell'elezione della prima carica dello Stato, i numeri confermano che il Paese pensa sempre più all'uguaglianza di genere. Almeno a parole.

Il dibattito su una donna alla guida del Quirinale è una delle manifestazioni più concrete del sentiment contemporaneo degli italiani. Nell’ultimo Rapporto Coop 2021, l’Ufficio Studi Coop aveva raccontato come quasi un italiano su 3 fosse già nel 2021 convinto che le donne non fossero state valorizzate a pieno e potessero dare ancora un contributo determinante alla ripresa economica e al miglioramento della società italiana. Un dato più alto ovviamente per le donne stesse, convinte del loro contributo sottostimato nel 42% delle intervistate, e un po’ meno per gli uomini 19%. Una riflessione che vede concordi anche i decision maker e opinion leader italiani.  Nell’indagine di dicembre dell’Ufficio Studi Coop “2022 Coming Soon” 7 manager e merket maker su 10 sceglierebbero una donna se chiamati alla elezione del Presidente della Repubblica italiana (71%). Un’aria di rinnovamento totale vista di buon occhio per affrontare il mondo nuovo cui la pandemia ha dato origine. Rimangono poi alcune caratteristiche necessarie, secondo i manager, a prescindere dal genere del futuro o della futura eletta. L’85% dei manager intervistati pensa a una figura relativamente giovane, compresa tra i 40 e i 70 anni. Una figura necessariamente competente già che il 45% dei rispondenti auspica che la sia una figura politica di grande esperienza e un altro 31% pensa direttamente a un o una costituzionalista.


Se potesse contribuire all'elezione del Presidente della Repubblica quale profilo si adatterebbe meglio all'attuale scenario italiano? (% manager)

Genere %
Uomini 29
Donne 71
Totale 100

Generazione %
Under 40 4
40 – 70 85
Over 70 11
Totale 100

Profilo %
Politico di grande esperienza 45
Costituzionalista 31
Esponente della cultura italiana 8
Imprenditore affermato 5
Altro 11
Totale 100

Il 2022 sembra caratterizzarsi come un nuovo inizio nel rapporto tra donne e politica. Nell’indagine svolta sempre dall’Ufficio studi Coop in collaborazione con Nomisma a dicembre 2021, emergeva che 2,6 milioni di italiane di vorrebbero candidarsi in politica quest’anno (il 12% del totale dei rispondenti alle interviste). Più pronte alla prima linea le giovani della Gen Z e poi sempre meno impegnate fino al 5% delle baby boomers.Un politica vissuta ancora come possibile strumento per migliorare la propria condizione sociale economica già che tra le disoccupate la percentuale dell’engagment raggiunge il 18%, scende al 15% tra le occupate e all’8% tra le casalinghe o le pensionate.


Donne che vorrebbero candidarsi in politica nel 2022 (% italiani)

Generazione %
Gen Z 16
Millenials 13
Gen X 10
Baby Boomers 5
Totale 12

In un’Italia convinta della necessaria discesa in politica della componente femminile del Paese, non convincono però i nomi sul tavolo fino a dicembre. A dicembre, interrogati i manager direttamente sull’identità del candidato , solo il 16% del campione ha scelto l’attuale Ministra della Giustizia Marta Cartabia, comunque seconda, anche per i manager all’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi. Emma Bonino porta a casa un magro 6% di preferenze e la presidente del Senato Alberti Casellati il 5% così come Rosy Bindi il 4%. Non va meglio tra i consumer che scelgono come primi tre nomi tre uomini: Mario Draghi (26%), Silvio Berlusconi (14%) e Sergio Mattarella (12%). Solo quarta la Ministra Cartabia con un 5%, seguita da Emma Bonino  a parità di preferenze e la Casellati al 3%. 



La crucialità dell’elezione comunque non passa inosservata al nostro campione di esperti che, in un caso su due (48%) ritiene che la stabilità politica sia un elemento essenziale per il sistema Italia nel 2022, per rafforzare il trend di crescita dell’economia nazionale. Quella instabilità politica che viene scongiurata da quel 63% degli esperti che ritiene che le prossime elezioni politiche si terranno solo nel 2023, alla naturale scadenza della legislatura.