Quali sono le parole più googlate dagli italiani quando parliamo di timori e fobie? Analizzando i Google trend abbiamo cercato di capire cosa spaventa di più gli italiani e in quali regioni

In occasione della festa di Halloween che celebra le paure delle persone, abbiamo analizzato i Google Trend inserendo tra i temi di ricerca le parole “paura di, del, delle….” e selezionando alcune query più frequentemente associate a queste. Poi ne abbiamo valutato l’andamento nel 2008, 2017 e 2019 (periodo gennaio-ottobre per ogni anno al fine uniformare tutti i dati al 2019).

Alcune della paure che emergono sono ancestrali come quella del buio o di volare che negli ultimi 10 anni hanno sempre occupato il podio delle ricerche su Google. A questa si associa la paura dei cani, che nella top 40 è l’unico animale domestico temuto e oltretutto in crescita. Gli altri sono farfalle, api, serpenti o ragni, cui si affianca nel 2019 la risalita della classifica da parte dei topi, forse in crescita nelle ricerche per lo stato di abbandono di alcune città italiane (rispettivamente 27°, 20° e 9° posto nel 2008, 2017 e 2019).

Altre paure invece sembrano essere il frutto delle cronache più recenti, o della loro assenza, che condizionano molto i termini ricercati. Per esempio, la scomparsa degli attentati terroristici dalle news corrisponde a un calo nelle ricerche di paure come quella del terrorismo, di viaggiare, delle persone e degli sazi aperti. La continua riproposizione delle donne come leader di movimenti di opinioni (Greta Thunberg), capi di organismi internazionali (Christine Lagarde o Ursula Von der Leyen) o anche soggetti prediletti delle cronache più mondane (Meghan Markle duchessa di Sussex) si è tradotta nei trend in un crollo della paura delle donne: dalla posizione 8 nel 2008, alla 17 nel 2019 . Anche la guerra fa meno paura (da 18° a 36° in un decennio), forse perché sembrano lontani scenari in cui gli italiani percepiscono di avere dei connazionali impegnati in conflitti come potevano essere Iraq o Afghanistan.

Nelle ricerche si riflettono anche le percezioni non dichiarate. Crolla e di molto la ricerca della paura di perdere il lavoro (da 3° a 25° in una decina di anni è la query che più scende in classifica nel 2019), cresce la paura del cambiamento (da 23° a 18°), ma il futuro spaventa di meno gli italiani (da 5° a 11°). In compenso cresce molto la paura della solitudine, soprattutto nell’ultimo biennio (19° nel 2017 e 8° nel 2019). Rimangono poi nella top 40 alcune paure atipiche come quella dei bottoni, quella dei clown,  quella delle bambole che è in crescita, così come quella dei piedi.

I Google Trend offrono anche la possibilità di tracciare le ricerche legate alle emozioni, tra cui ovviamente la paura. Selezionando i sei stati d’animo definiti fondamentali dallo psicologo statunitense Paul Ekman (paura, gioia, sorpresa, rabbia, tristezza e disprezzo), il più cercato è proprio la paura, seguito da gioia, sorpresa e poi dagli altri tre sentimenti negativi.

Spalmando le ricerche sulle 20 regioni italiane, emerge che al Nord si è più focalizzati sulla paura e al Sud più sulla gioia. La regione più felice nelle ricerche (query gioia più googlata) è la Calabria. Le più paurose? Sardegna, Liguria, Piemonte e Toscana. Alla Valle d’Aosta vanno, invece,  sorpresa e rabbia che sono però ricerche residuali (10% vs 50% circa delle altre parole).

Tra le città, la paura coinvolge le ricerche di un torinese e un bolognese su 2, mentre la gioia vince per sei baresi su 10. Nella capitale, così come a Milano, paura e gioia invece si equivalgono.