Torniamo a chiedere prestiti, anche di importi maggiori rispetto al passato e da restituire in periodi più brevi. Gli italiani si fanno contagiare dai primi segnali di ripresa in questa prima parte del 2017. A testimoniarlo sono i dati raccolti dal Sistema di informazioni creditizie EURISC di Crif, azienda internazionale specializzata in informazioni creditizie e business information. Stando ai dati, da gennaio a giugno, le richieste di prestiti da parte delle famiglie italiane ha segnato un +1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, confermando un trend di crescita registrato già dal 2015.
Oltre a chiedere un numero maggiori di finanziamenti, gli italiani scelgono anche cifre più alte. Nel mese di giugno, gli importi medi richiesti in questo primo semestre del 2017, hanno raggiunto i 9 mila 234 euro, segnando un +7,8% rispetto al giugno del 2016, +6,5% rispetto allo stesso semestre 2016. Quelli finalizzati sono arrivati in media a circa 6 mila euro (6.030), mentre quelli personali sono saliti a quasi 13 mila euro (12.921)
I prestiti sono in maggioranza di natura personale più che finalizzati. Come a dire che vogliamo trovare qualche soldo in più da spendere per noi stessi, piuttosto che per comprare l’auto o l’elettrodomestico nuovo. Le richieste per i prestiti personali sono infatti cresciute del 6,2%, mentre quelle per quelli finalizzati sono scese dello 0,8%. Gli importi più gettonati sono quelli più bassi, quindi al di sotto dei 5 mila euro e la durata più frequente è quella compresa tra i 25 e i 36 mesi. A chiedere più spesso dei prestiti sono i 45-54enni, subito seguiti dai 35-44enni e poi dai 25-34enni, sintomo del fatto che sono comunque le generazioni più giovani ad avere la necessità di integrare il loro stipendio.
Una speranza verso una ripresa economica confermata anche dai lievi segnali di ripresa dell’occupazione, documentata dagli ultimi dati pubblicati dall’Istituto nazionale di ricerca. Cresce l’occupazione, soprattutto quella femminile. A giugno 2017 la stima degli occupati è salita dello 0.1% rispetto a maggio, quindi di circa 23 mila posti. Un più che conferma i dati del trimestre aprile giugno, che rispetto ai primi tre mesi dell’anno registra un +0,3% dell’occupazione con 64 mila posti in più. Attenzione però perché calano anche le persone in cerca di occupazione, segno che potrebbero certo aver trovato lavoro, ma potrebbero anche aver smesso di cercarlo. A giugno gli inattivi crescono dello 0,1% con 12 mila persone in più, soprattutto uomini e over 50. Ma il trend può sembrare comunque positivo: nel trimestre aprile-giugno la crescita degli occupati è stata sì affiancata da un aumento degli inattivi di 50 mila persone (+0,4%), ma anche da un calo dei disoccupati del 3,9% (-115 mila unità).
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