Il Rapporto Coop 2006, per la prima volta frutto della collaborazione scientifica tra l'istituto di ricerca Prometeia e il nuovo Ufficio Studi di Ancc-Coop, analizza la situazione dei consumi e della distribuzione in Italia e in Europa individuandone le dinamiche rilevanti e tentando di leggerne gli andamenti futuri.

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Il Rapporto Coop 2006, per la prima volta frutto della collaborazione scientifica tra l’istituto di ricerca Prometeia e il nuovo Ufficio Studi di Ancc-Coop, analizza la situazione dei consumi e della distribuzione in Italia e in Europa individuandone le dinamiche rilevanti e tentando di leggerne gli andamenti futuri. Come ogni anno, esso costituisce un contributo di analisi e riflessione da parte di un’impresa leader della distribuzione commerciale italiana ma, soprattutto, di un soggetto collettivo che associa oltre sei milioni di consumatori ed, ogni giorno, è al loro fianco per difenderne il potere di acquisto. L’economia italiana ha vissuto dall’inizio del decennio anni molto difficili. Tra i paesi industrializzati solo la Germania e il Giappone evidenziano tassi di sviluppo più bassi di quelli del nostro paese. Questa situazione ha avuto effetto pesanti sui bilanci delle famiglie italiane che hanno visto ridursi i propri standard di vita e peggiorare le proprie prospettive future. Il Rapporto evidenzia come quasi il 58% delle famiglie italiane dichiara di avere difficoltà a far quadrare i conti a fine mese e mette in evidenza le categorie sociali che vivono con maggior disagio questo momento. Contemporaneamente, negli ultimi anni, i consumi degli italiani hanno subito un processo di repentina evoluzione. Gli alimentari, che negli anni Settanta rappresentavano oltre il 40% dei consumi occupano oramai non più del 15% del budget degli italiani. Il loro spazio è stato rapidamente occupato dai consumi di “nuova necessità” – come la comunicazione (soprattutto telefonia mobile), la mobilità, il benessere individuale – ma soprattutto da quei prodotti che hanno fatto segnare negli ultimi anni gli incrementi di prezzo maggiori (la casa, le utenze, l’energia, i servizi finanziari). Anzi sono proprio questi consumi, in qualche modo “obbligati”, a comprimere le disponibilità economiche delle famiglie italiane. In questo contesto difficile il 2006 sembra proporsi come l’anno di un rinnovato slancio dell’economia italiana e del ritorno ad un tasso di crescita superiore all’1%, paragonabile a quello dello scorso decennio ma comunque ampiamente inferiore a quello medio europeo. Si tratta, infatti, di una ripresa debole, ancora timida, che non appare in grado di garantire ai consumatori italiani le risorse necessarie per migliorarne significativamente il benessere. Per raggiungere questo obiettivo occorre, invece, un nuovo approccio che porti il consumatore – e i suoi interessi legittimi – al centro della politica di governo del paese, rendendo più efficienti e competitivi quei settori che oggi gli precludono l’acquisto dei beni e servizi agli stessi prezzi degli altri cittadini europei. La realtà della grande distribuzione italiana – troppo spesso trascurata dalle politiche pubbliche italiane – è un esempio di come la liberalizzazione e la competizione producano effetti positivi per il consumatore. Oggi, la grande distribuzione alimentare è l’unico settore del commercio italiano che a raggiunto livelli di efficienza in linea con quelli europei. Tale condizione è stata raggiunta a costo di una dura competizione che ha, anche per merito di Coop, ridotto ai livelli più bassi in Europa i margini delle imprese distributive abbassando i prezzi e tonificando il potere d’acquisto degli italiani. L’auspicio di Coop è che più competizione e più efficienza permettano gli stessi risultati anche in tutti gli altri settori che oggi pesano di più nei bilanci delle famiglie italiane. L’analisi della distribuzione italiana accoglie una ampia analisi sull’evoluzione di questo settore in Lombardia, una delle regioni più avanzate del panorama distributivo nazionale. Si tratta, peraltro, di un doveroso riconoscimento alla territorio nell’ambito in cui questo Rapporto è cresciuto e all’Associazione Lombarda delle Cooperative di Consumo che con l’impegno e la caparbietà di oltre un ventennio ha permesso a questo appuntamento di imporsi all’attenzione dei media come appuntamento fisso del dibattito nazionale sui consumi degli italiani.