L'approvvigionamento di materie prime si fa un tema sempre più stringente con la guerra in Ucraina che non accenna ad avviarsi verso la pace

La battaglia del grano si fa sempre più complessa e coinvolge anche popolazioni molto lontane dal teatro di guerra ucraino che ha reso il tema più cogente che in passato. A pagare il prezzo più alti di una difficoltà di approvvigionamento di materie prime sarebbe infatti più di tutti il continente africano. In vetta alla top 5 dei paesi esposti compare la Repubblica popolare del Congo, seguita da Nigeria e poi Yemen.

Uno dei problemi sembra essere oltre al conflitto, una simmetria tra domanda e offerta di grano che era già un problema prima dello scoppio delle ostilità. Già dal 2020/2021 i consumi eccedevano la produzione.

Ad oggi stando ai dati forniti dalle Nazioni Unite, già 41 milioni di persone sono a rischio fame, sovraesposti alla carenza di approvvigionamenti. Uno scenario che tenderà ad aggravarsi se si calcola che le stime parlano di un -40% della produzione del grano ucraino nel 2022 rispetto al 2021.

Al momento 25 milioni di mais, grano e cereali ucraini sono bloccati nel porto di Odessa, circa il 45% del grano destinato alle popolazioni a più alta povertà alimentare.