Chi ci abita di solito se ne lamenta sempre: i Comuni sotto i 2000 abitanti non ricevono spesso complimenti dai propri residenti. Con meno teatri, cinema e concerti, la vita di provincia potrebbe sembrare noiosa. Ma non sembra essere così per chi la vive

Se siete un italiano e vivete in un piccolo comune di provincia, siete mediamente più soddisfatto di un cittadino. Dall’incrocio dei dati Istat ed Eurostat, è emerso che chi vive in centri urbani fino a 2000 abitanti si sente più soddisfatto di coloro che abitano nelle grandi città come Torino, Milano, Venezia, Genova Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania e Cagliari. I provinciali si dicono più felici della propria situazione economica (il 52% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto, contro il 46% di chi risiede in aree metropolitane). Si sentono più in salute (81% vs 80), sono più contenti della loro famiglia (93% vs 90%), coltivano meglio le loro amicizie (86% vs 81%) e apprezzano molto di più il proprio tempo libero (72% vs 64%).

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Soddisfazione per singoli aspetti della vita (%)

Tutto questo perché? Se si analizzano i dati in realtà si scopre che i cittadini, a differenza dei provinciali hanno un’ampia scelta su come trascorrere il proprio tempo libero. Un ventaglio di possibilità che in effetti si concretizza in maggiori consumi. Chi abita nelle aree metropolitane va molto di più a teatro, al cinema, ai concerti, nei musei o alle mostre, in discoteca o a visitare siti archeologici. Legge mediamente di più e utilizza anche di più internet.

 

Nell’ultimo anno ha assistito a spettacoli di … (%)

Ciò che sembra però penalizzare il cittadino nei confronti del provinciale è la casa, il luogo più caro agli italiani. Interrogati su quale siano i problemi nella propria zona di residenza, le famiglie delle grandi città lamentano costi dell’abitazione troppo alti, oltretutto in case troppo piccole e lontane dei propri cari, e come se non bastasse anche in cattive condizioni. Certo l’insoddisfazione non può derivare soltanto da qui, ma se si torna a casa dopo ore di guida in mezzo al traffico, se neanche la casa è come la vorremmo, di sicuro l’umore ne risente.

 

Percezione problemi nell’ abitazione in cui si vive (% famiglie)

La calma della provincia invece affascina gli abitanti dei paesi con meno di 2000 abitanti. Anche loro sono convinti di spendere troppo per l’abitazione, ma in tutti gli altri parametri si piazzano sopra ai cittadini e li battono anche nel presenzialismo agli eventi sportivi. In provincia i residenti si prendono più cura di loro, investendo una parte maggiore della propria spesa in abbigliamento e calzature o in servizi sanitari e spese per la salute. I provinciali si muovono spesso con la propria auto,  rispetto ai colleghi delle metropoli, e questo probabilmente li rende più indipendenti e agevola gli spostamenti che sono uno dei maggiori problemi delle grandi città. E nonostante  spesso in provincia arrivino in tavola i prodotti del proprio orto o di quello del vicino, gli abitanti dei piccoli comuni non amano risparmiare sul cibo e quindi spendono di più in prodotti alimentari e bevande che i cittadini. In media però, la loro spesa media mensile è più bassa dei colleghi metropolitani: 2 mila 436 euro per la campagna e 2 mila 631 euro per la città.

 

Composizione della spesa media mensile delle famiglie (euro correnti)

Insomma sarà anche vero che i 3 milioni e mezzo di italiani che vivono in provincia (5,5% della popolazione) non possono vedere l’ultimo film uscito al cinema o la produzione teatrale più gettonata, ma è anche vero che si sentono bene nelle propria casa, vicina alla propria famiglia e amano andare a vedere la partita di calcetto, passando a prendere sotto casa l’amico di una vita, cinque minuti prima del calcio di inizio.

 

Comuni italiani per classe di ampiezza demografica