Nel 2021 in Italia 7 donne su 10 con figli minori di 14 anni hanno avuto problemi nel conciliare gli spazi e i tempi tra vita e lavoro e l’11% delle madri non ha mai lavorato per prendersi cura dei figli. Certo la pandemia ha acuito questa disparità, ma prima del 2020 i dati non erano più rincuoranti. Spesso in Italia essere mamma significa dover scegliere tra famiglia e lavoro.
Il gap sembra essere in parte dovuto alla suddivisione tra i due genitori del compito di cura. Nelle famiglie italiane spesso più figli sono sinonimo di un numero maggiore di donne che non lavorano, con percentuali esponenziali rispetto agli uomini come dimostra il tasso di occupazione dei genitori compresi tra i 25 e i 64 anni. Prendiamo due genitori magari separati o divisi, i cui figli vivono con l’ex compagno o coniuge. Il tasso di occupazione dei papà è al 74% e quello delle mamme al 62%, 12 punti di differenza. Già con un figlio che vive in casa le cose cambiano: neanche 6 mamme su 10 sono occupate, contro oltre 8 papà su 10, 18% di differenza. Con due figli il divario si allarga: mamme occupate al 56% e papà all’89%, cioè un terzo in più delle donne. E con il terzo figlio il divario sfiora quasi il raddoppio: occupazione delle mamme al 40% contro quella dei papà all’85%, 45 punti di differenza. Un gap che si nota anche solo confrontando le mamma single i cui figli vivono con il compagno con le mamme con tre o più bambini in casa: nel primo caso più di sei su dieci lavorano, nel secondo caso quattro su dieci hanno un’occupazione. Una caduta di 22 punti percentuali.
La difficoltà è in generale nella gestione del binomio vita lavoro. A prescindere dal sesso infatti, il 35% dei genitori italiani occupati e con figli under 15 lamenta difficoltà di conciliazione tra vita lavorativa e cura dei figli. In cima alle problematiche ci sono l’orario di lavoro troppo lungo (al primo posto), i turni che impongono presenze nel pomeriggio, la sera o nei fine settimana, una professione impegnativa o faticosa.
E così gli 11 milioni di famiglie italiane, 8 milioni in coppia e 3 milioni monogenitoriali, si arrangiano come possono. Quasi una famiglia su due (48%) cerca di fare da sé, mentre il restante 52% opta per le soluzioni più disparate. C’è chi ricorre ai nonni (34%), ai parenti e amici (21%), solo uno su quattro (24%) si affida completamente agli asili e il 6% al pre o post-scuola.
La revisione degli strumenti di assistenza alla genitorialità in Italia (asili, congedo paterno obbligatorio, assegni familiari…) potrebbe quindi rispondere a molte istanze delle famiglie. Dal mantenimento dell’occupazione femminile anche dopo la gravidanza, ad una redistribuzione all’interno del nucleo famigliare del carico di cura, al miglior equilibrio tra vita e lavoro per entrambi i genitori. Quasi una mamma e un papà su due (40%) vorrebbe trascorrere più tempo con i propri figli.
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