Ci siamo chiesti se un trentenne di oggi è davvero così simile a un ventenne contemporaneo come viene spesso descritto nelle statistiche internazionali e non. Abitudini, stili di vita e stravizi, chi è nato negli anni'80 assomiglia davvero a un giovane del post '90?

Quando si parla di Millennials si racchiude nella stessa famiglia tutti i nati tra il 1980 e il 2000. Parliamo degli italiani compresi quindi tra i 18 e i 34 anni, definendoli nativi digitali, ai margini della società per via della crisi economica e, secondo alcuni, anche mammoni. Ma è davvero così? Siamo andati ad analizzare un po’ di numeri all’interno di queste diverse generazioni e il risultato è che i nati negli anni ’80 sono un po’ diversi dai loro colleghi di “millennio”.

 

Prima di tutto spazziamo via ogni dubbio sui nativi digitali. Chi è nato negli anni ’80, da bambino può aver giocato al massimo con il Commodore 64 o, più tardi, con le prime versioni del Nintendo. Se valutiamo il fatto che il Cern ha sancito solo nel 1991 la nascita del World Wide Web, sembra chiaro che i 25-34enni di oggi sono tutt’al più nativi informatici e non digitali.

Sempre rimanendo in tema digitale infatti, se si spacchettano i numeri nelle due generazioni distinte 18-24 e 25-34, le differenze saltano fuori. I più giovani usano internet più spesso che i Millennials più anzianotti (78% tutti i giorni vs. 72%) e tra i 25-34enni sono più numerosi coloro che non si connettono affatto (10% vs 5%).  E anche il tipo di utilizzo è molto diverso. Gli 80’s cercano informazioni per la salute, controllano le ultime novità in materia di acquisti, o confrontano biglietti e alberghi per qualche viaggio, mandano email e soprattutto cercano lavoro. Gli younger della generazione invece, nativi digitali come sono, usano il web per molte più attività: usano Wikipedia, i social, giocano on line e guardano in streaming serie tv e film.

 

Attività svolte su Internet (%)

Attività 18-19 20-24 25-34
Cercare informazioni su merci/servizi 503 559 602
Cercare informazioni sanitarie 321 392 455
Usare servizi relativi a viaggi o soggiorni 313 40 441
Consultare un wiki 747 686 61
Leggere giornali, informazioni, riviste online 523 559 573
Spedire o ricevere e-mail 794 864 861
Partecipare a social network 872 848 756
Esprimere opinioni su temi sociali/politici 248 26 247
Partecipare a consultazioni online 74 99 111
Caricare contenuti sui siti web per condividerli 496 491 435
Giocare o scaricare giochi, immagini, film, musica 812 742 611
Scaricare software diversi dai giochi 412 389 322
Cercare lavoro o mandare una richiesta di lavoro 174 373 342
Fare un corso online 35 56 65
Usare servizi bancari 17 308 462
Vendere merci o servizi 111 17 191
Usare servizi di archiviazione per salvare documenti, immagini… 341 403 353
I vizi sembrano poi segnare un’ulteriore differenza tra i nati nei due diversi decenni. I 90’s fumano di meno (23% vs. 26%), bevono meno vino (34% vs. 54%) e sono più in forma: gli 80’s in sovrappeso sono il 24% contro il 14% dei 90’s e gli obesi sono il 2,3% tra i più giovani e il doppio, 4,6%, tra i più anziani. Complice il tempo libero, i nati negli anni ’90 fanno più sport in modo continuativo (39% vs 31%).

E sfatiamo poi un altro mito: i Millennials sono o no dei “bamboccioni”? Le statistiche ci dicono di no per entrambi i decenni che si analizzano. È vero che i più giovani vivono ancora in famiglia nella quasi totalità dei casi (97% dei 18-19enni, 89% dei 20-24enni) ma è anche vero che spesso succede perché ci troviamo in presenza di studenti universitari o di ragazzi che da poco si sono affacciati nel mondo del lavoro.  I 25-34enni invece, abbandonano progressivamente il nucleo familiare e questo nonostante la crisi economica che ha reso sempre più difficile trovare un’occupazione: il 38% dei 25-29enni non vive più con un familiare e la percentuale sale al 71% tra i 30-34enni. Certo, nel secolo scorso forse le percentuali erano diverse, ma anche il livello di occupazione e indipendenza economica lo era.

Stabilito quindi che ci sono delle differenze, va notato purtroppo che un dato accomuna queste due diverse generazioni: la marginalizzazione rispetto alla vita economica e sociale del paese. Ben 8 Millennials su 10 (il 77%) si sentono spinti ai lati della società. Che siano under 25 o under 34, credono che la loro voce conti molto poco nel mondo che li ospita: le cifre si fermano al 24% per i primi e al 37% per i secondi. Numeri molto bassi se si conta che ci si trova in presenza del futuro del Paese.