In un anno gli italiani hanno speso per fare colazione oltre 6 miliardi di euro (dati Nielsen vendite nella grande distribuzione confezionato, anno 2017). Nove italiani su dieci (92,8%) la fanno esattamente come dieci anni fa, con il dato che dal 2008 a oggi cresce dello 0,7% (dati Istat con riferimento ultimo anno disponibile 2016).
Abitudine a fare la prima colazione (valori percentuali)
2008 2016 Variazione
Si
921,0
928,0
7,0
No
79,0
72,0
-7,0
Totale
100,0
100,0
Tra chi fa un pasto alla mattina, sette italiani su dieci (70,4%) scelgono quella che potremmo definire una colazione completa quindi latte o tè mangiandoci anche qualcosa. Il 7,7% adotta uno stile alternativo quindi succhi di frutta, cereali o yogurt, mentre più di due italiani su dieci (21,9%) optano per soluzioni “al volo”, perciò mangiano o bevono soltanto. Le donne sono leggermente più affezionate alla colazione che non gli uomini (94,2% vs 91,2%) ed è una passione a cui gli italiani si dedicano soprattutto negli anni in cui si è più piccoli o ci si prende maggiore cura di sé (durante l’età dell’adolescenza e negli under 25, il primo pasto del mattino viene in parte abbandonato).
La tendenza sembra quella di rivolgersi di più a prodotti salutari e della tradizione, con un occhio attento alle tante intolleranze alimentari sempre più frequenti nella popolazione. Infatti se in dieci anni non è cambiata la quantità di coloro che fanno una colazione completa, gli italiani scelgono sempre più spesso i sostitutivi del latte: chi non ne faceva uso nel 2008 era il 18,3% e oggi è il 21,7%.
Negli ultimi cinque anni abbiamo abbandonato il latte vaccino intero (-13% latte vaccino fresco e -8% quello UHT parzialmente scremato) a favore di quello di capra o di soia (rispettivamente cresciuti di oltre il 300% e 400%) o ad altri sostitutivi come il latte di riso, per il quale abbiamo speso nel 2017, 312 mila euro nella Gdo (il prodotto non era rilevato nelle classificazioni Nielsen del 2013 quindi il confronto nel tempo non è possibile ). In queste colazioni contemporanee inzuppiamo cereali senza glutine (+180%) o muesli (+78%) che hanno sostituito i classici cereali (-2%). In alternativa beviamo tè (+8%) a cui affianchiamo biscotti senza glutine (+197%) o frollini integrali (+37%) che sempre più spesso prendono il posto dei classici biscotti secchi (-16%). Nella nostra colazione è arrivato anche lo yogurt (+5%) che nell’ultimo periodo è soprattutto greco, proprio per quest’ultimo, nel 2017, abbiamo speso oltre 173 milioni di euro. Anche la fetta biscottata è divenuta integrale (+38% vs -7% delle normali) o senza glutine (+50%), su cui spalmiamo confetture di frutta (la senza zucchero ha registrato +48%), o creme dolci spalmabili da sempre presenti nella nostra mattina.
Vendite Gdo prodotti confezionati (Variazioni percentuali e valori assoluti)
Famiglia Vendita – 2017 Vendita – 2013/2017
0
Variazioni in Quantità
Latte
1.980
-2%
Yogurt
1.451
+5%
Biscotti
1.211
+13%
Spalmabili dolci (miele, confetture, marmellate etc.)
790
+7%
Cereali Prima Colazione
336
+7%
Fette Biscottate
269
+8%
Tea
128
+6%
Totale
6.165
+1%
La colazione cambia anche a seconda della latitudine da cui la guardiamo. Le tre regioni che sembrano esserle più affezionate sono Umbria, Toscana e Lazio (in cui mangiano al mattino rispettivamente il 95,2%, 94,7% e il 94,3%), mentre le meno dedite sono Molise, Basilicata e Valle d’Aosta (90,5%, 90,1%, 89,1%). Ma se si guarda invece alla colazione completa, sono la Toscana, le Marche e l’Umbria a farla da padrona (rispettivamente 75,1% , 74,5% e 74,3%).
Prima colazione regione per regione (valori percentuali)
Regione 2016
Umbria
952,0
Lazio
947,0
Toscana
943,0
Veneto
941,0
Liguria
938,0
Abruzzo
933,0
Marche
932,0
Emilia-Romagna
931,0
Piemonte
929,0
Sardegna
929,0
Friuli Venezia Giulia
928,0
Puglia
927,0
Trentino Alto Adige
926,0
Calabria
923,0
Lombardia
922,0
Campania
911,0
Sicilia
905,0
Molise
905,0
Basilicata
901,0
Valle d’Aosta
891,0
E la vecchia colazione al bar? La maggioranza sembra preferirla a casa. Infatti anche se cornetto e cappuccino o un buon espresso sono una scelta di circa il 63% degli italiani, è la frequenza a fare la differenza. I consumatori seriali (al bar tutti i giorni o 3/4 volte a settimana) sono il 36%, gli abituali (1/2 volte a settimana) sono il 22% e i saltuari (una volta ogni 15 giorni o ½ volte al mese) sono il 42% (dati fonte Fipe – Format, anno 2016).
Fonti:
Istat, indagine campionaria “Abitudini della vita quotidiana”, anni 2008 e 2016
Nielsen, vendite Gdo confezionato, anni 2013 e 2017
Fipe – Format, anno 2016
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