Molto attenti alla loro salute e al benessere, gli italiani scelgono uno stile alimentare sempre più ricco di verdura e frutta. Grazie a un lavoro fatto per il settimanale "l'Espresso", abbiamo scoperto che si mangia meno rispetto a dieci anni fa e la carne diviene la grande assente dalle tavole.

Italiani, popolo di vegetariani, anche se “part-time”. In Italia, infatti, gli individui che dichiarano di essere “V or V” sono l’8%, seguendo un trend in crescita in tutta Europa, ma ben il 40% delle famiglie consuma prodotti vegetariani o vegani. Insomma, aumentano quelli che credono nelle proprietà benefiche dei prodotti vegetali.

Italiani che adottano un regime vegano o vegetariano

Stando, infatti, ai dati Nielsen (aprile 2016) rielaborati dal Centro Studi e Ricerche Coop per un servizio pubblicato sul settimanale L’Espresso di questa settimana, 4 famiglie su 10 acquistano prodotti vegani o vegetariani. Un settore che negli ultimi anni ha registrato una crescita a tre cifre se si calcola che rispetto al 2013 nel solo comparto dei prodotti a base di soia o di latte vegetale (ma i prodotti vegan sono molti di più) le quantità vendute sono raddoppiate. Parliamo di un giro d’affari che nel 2016 ha toccato i 357 milioni di euro di fatturato nella sola grande distribuzione, con un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi (dati luglio 2016).

 

Ma se “solo” 6 italiani su 100 si dichiarano vegetariani e 2 su 100 si definiscono vegani, a cosa è dovuto questo fatturato? Il fatto è che gli italiani sono sempre più attenti al benessere. E come dimostra il Rapporto Coop 2016, questa attenzione alla salute li porta anche a modificare il carrello della spesa. Innanzitutto, oggi gli italiani mangiano di meno: in quantità si è tornati a consumare come alla fine degli anni Sessanta, ossia 2,35 chilogrammi di cibo al giorno tra colazione, pranzo e cena. Rispetto ai primi anni Duemila, quando si è registrato il picco dei consumi (l’apice nel 2004, quasi 2,7 kg/giorno pro capite), abbiamo “eliminato” circa 230 grammi di cibo al giorno (-9%).

 

Ma cosa in particolare? La carne. Nel periodo 2010-2016, infatti, si registra un calo dei volumi superiore al 13%. Ad imprimere l’accelerazione determinante al fenomeno è stata in particolare la presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) circa la correlazione tra il consumo di carni rosse ed il rischio di contrarre il cancro. Nelle settimane e nei mesi successivi all’annuncio dell’Oms (ottobre 2015) si è registrato un forte allontanamento dei consumatori dalla carne e dagli insaccati, che ha portato ad una riduzione del 4% misurato nella prima metà dell’anno in corso (per il 2016 stimiamo una assunzione complessiva di carne pari a circa 210 grammi al giorno, sui livelli della metà degli anni Ottanta). Emblematico, in generale, il calo in volume anche di uno dei prodotti potenzialmente più cancerogeni: il wurstel, le cui vendite sono scese del 12,5% nel solo primo semestre 2016.

Chiarito quindi che gli italiani non mangiano più maiale, pollo o vitello come una volta, bisogna chiedersi come integrino la loro dieta. E la risposta arriva proprio dai legumi e dai cereali un tempo meno diffusi come farro e orzo. Tra il primo semestre del 2015 e lo stesso periodo di quest’anno, le vendite di fagioli secchi hanno registrato una crescita del 21,4%. Sono cresciute anche i ceci (? è conserva) (13%) e i cereali  (11%) oltre che altri legumi secchi come ceci e lenticchie (rispettivamente +%12 e +11%).

Vendita GDO Fagioli, Legumi Secchi e Cereali: Variazione 1°semestre 2015/2016

Insomma a caccia del benessere gli italiani accettano di buon grado di sperimentare le nuove frontiere del cibo. Secondo uno studio Doxa su dati 2014, solo il 4% degli italiani dichiarava di adottare uno stile alimentare vegano o vegetariano. A differenza della Gran Bretagna in cui il dato saliva all’8% o dell’India, in cui si dichiaravano vegetariani o vegani circa il 35% della popolazione. Interrogati, poi, sul cibo del futuro, il 58% degli italiani era convinto che negli anni a venire si sarebbe mangiato molto più cibo vegano o vegetariano (la percentuale più alta degli otto paesi intervistati Italia, Germania. Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Cina, Russia e Brasile). Addirittura anche alghe: solo un italiano su 5 dichiarava che non le avrebbe mai mangiate, tutti gli altri le includevano nel loro possibile stile alimentare del domani.

Individui che nel 2014 dichiaravano di adottare un regime vegano o vegetariano (rilevazione Doxa)


Individui che nel 2014 indicavano i prodotti vegani e vegetariani tra i cibi del futuro (rilevazione Doxa)