Secondo Istat, per la prima volta dopo 5 anni il giudizio sulla nostra esistenza è migliorato. Un dato che non ci aspettavamo. Eurobarometro segnalava infatti che fino a maggio 2017, solo un italiano su 3 si dichiarava ottimista

È andata meglio di come ci aspettassimo. Certo, non navighiamo nell’ottimismo, ma le nostre previsioni per il futuro erano più pessimiste del necessario. Oggi Istat ha pubblicato i dati sulla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita e italiani.coop li ha confrontati con le previsioni che Eurobarometro aveva censito nel primo semestre del 2016. Risultato? Neanche un italiano su tre era convinto che la propria vita sarebbe migliorata, cosa che invece è successa. Almeno nella percezione. Almeno per alcuni.

 

Aspettative degli italiani rispetto a ...

 

Stando ad Istat, ormai 4 italiani su 10, che hanno già compiuto i 14 anni, si dicono molto soddisfatti della propria esistenza. Un dato che cresce rispetto al 2015, quando la percentuale superava di poco il 35%. Secondo Eurobarometro invece, quasi 6 italiani su 10 erano convinti che il miglioramento non ci sarebbe stato, che tutto sarebbe rimasto esattamente più o meno uguale nel tempo. E a questi “conservatori” si aggiungeva un 11% di pessimisti, che dichiaravano che le cose sarebbero in sostanza peggiorate. Vero è che tra le due ricerche c’è uno scarto temporale. Istat censisce lo stato delle cose al momento dell’intervista (primo trimestre 2016), mentre l’istituto europeo ha interrogato i cittadini a maggio del 2016, chiedendo loro proiezioni per i successivi 12 mesi. La sostanza però è che ce la siamo cavata meglio di quanto ci aspettassimo.

 

Prendiamo ad esempio l’occupazione, il vero cruccio degli italiani post-crisi (sempre che di dopo-crisi si possa parlare). Interrogati da Eurobarometro, il 31% degli italiani sostenevano che la situazione occupazionale del Paese sarebbe peggiorata in 12 mesi. Il dato più alto se si calcola che i pessimisti sono meno numerosi sia per quanto riguarda i giudizi sulla finanza del paese, sia la situazione economica nazionale, che la vita in generale. Eppure Istat parla di un lieve aumento della percentuale dei soddisfatti per il lavoro: 76,2% contro il 74,8% nel 2015.

 

Aspettative di miglioramento nei Paesi Europei

 

E il pessimismo italico fa ancora più eco se si ragiona sul fatto che, nella classifica di Eurobarometro, siamo tra i più ottimisti. Non abbiamo mai punte di fiducia nel futuro ampie come quelle per esempio dell’Irlanda, che guida la classifica europea, ma comunque ce la caviamo con un settimo posto assieme alla Slovacchia. Pagano il prezzo più duro della crisi in termini di fiducia verso il futuro, i paesi più colpiti dalla recessione come la Grecia (in fondo al raking) o l’Ungheria e la Bulgaria.

 

Indice di Miglioramento (valore mediano % miglioramento)

 

Attenzione, non va certo sottovalutato il fatto che la Germania sia in fondo alla classifica dell’ottimismo europeo. Il nodo però in questo caso è forse semplice da sciogliere: chi sta bene tende di meno a cercare continui miglioramenti della propria condizione. Quindi la speranza è probabilmente quella di rimanere allo stesso livello di soddisfazione a cui si è. Infatti se si analizza bene la classifica della “vita in generale”, la Germania è in vetta al gruppo dei “conservatori”. Interrogati su come cambierà la qualità della propria vita nei prossimi 12 mesi, il 68% degli intervistati tedeschi rispondono: “Rimarrà la stessa”. Mentre la Grecia è l’ultima nella classifica dei “Migliorerà”.

 

Aspettative su


In sostanza l’ottimismo paga il peso delle condizioni di partenza. E l’Europa rispecchia perfettamente il meccanismo. I cittadini più colpiti dalla crisi, come i greci, sono i più pessimisti. I meno colpiti, come i tedeschi, accettano il mantenimento dello status quo. E chi, come gli italiani, ha pagato un prezzo sì alto, ma non troppo, spera di tornare presto a stare meglio.