Impegnati, sempre connessi, sociali e vivaci. Li chiamavano sdraiati, ma la generazione dei 16-17enni italiani sembra far tutto tranne che dormire

Mentre si pensa se dare la possibilità di voto anche ai 16-17enni, ci siamo chiesti chi sono e cosa fanno i giovani residenti italiani a un passo dalla maggiore età. Grazie alla ricerca Nomisma GenZ Monitor siamo riusciti a fare un ritratto, seppur approssimativo della Generazione Greta.

A dispetto delle cronache che li volevano isolati nelle loro camerette e perennemente esposti alla luce di qualche schermo, i 16-17enni italiani sono ragazzi che amano stare in compagnia dei loro amici. Uno su due va a cena fuori con loro almeno una volta a settimana (57%). Uno su 4 fa shopping con gli amici, circa il 16% va a ballare in discoteca, l’11% allo stadio e il 21% fa da pubblico a qualche evento sportivo dal vivo (il tutto come dicevamo almeno una volta ogni 7 giorni).

E se di Gen Greta stiamo parlando, l’attivismo inizia già dai 16 anni. La metà dei ragazzi italiani di quella età e fino ai 17 ha partecipato almeno una volta nell’ultimo anno a una manifestazione di protesta. I più attivi di tutti gli adolescenti (non lo ha fatto mai negli ultimi 12 mesi il  56% degli under 15 e il 51% degli over 18). Attivismo ma non volontariato con i 16-17enne che sono i meno attivi nel campo (risponde “mai” il 71% vs 69% e 65% under 15 e over 18).

Con lo scorrere degli anni si abbandonano sia la playstation che lo sport, mentre la tv rimane il grande passatempo di tutti almeno per poche ore al giorno. Una televisione che però non è la compagna del salotto che fagocita tutta la famiglia. Il 74% dei 16-17enni dopo cena legge un libro o consulta smartphone, tablet o pc, si connette ai social network o esce con gli amici. Il tutto anche dopo le 22, già che il 66% dei 16-17enni italiani dichiara di andare a dormire dopo le dieci di sera.

Con l’avvicinarsi della giovane età i ragazzi italiani prendono parte a un lento processo di laicizzazione quantomeno nella presenza nei luoghi di culto. Se fino a 15 anni prende parte a funzioni religiose il 38%, tra i 16 e i 17 la presenza cala al 15% e dopo i 18 al 12%.

Altre abitudini invece rimangono. La musica sembra infatti il filo conduttore comune a tutte le generazioni. L’86% dei nostri 16-17enni la ascolta. È il 74% fino a 15 anni e diviene l’87% dopo i 18. Ascoltare ma senza toccare, perché solo il 5% dei 16-17enni suona strumenti musicali e neanche 1 su 10 legge quotidiani. Forse perché per i nati nel terzo millennio l’informazione passa attraverso nuovi canali. Certo non definiremmo i ragazzi del Fridays for Future disinformati.