Quattro mesi e mezzo di mobilità tracciata dai dati di Google per vedere come l'Italia ai tempi del Covid si sia fermata e poi sia lentamente ripartita. Settimane in cui abbiamo rinunciato alla gita di Pasquetta e a quella del Primo maggio spostandoci solo intorno casa

Google ha diffuso i dati sulla mobilità degli italiani nei mesi del lockdown. tracciando, come previsto dalle proprie norme sulla privacy, gli spostamenti dei cittadini, il big del web riesce a scattare una fotografia di come l’Italia abbia lentamente rallentato dall’inizio della pandemia, fino a fermarsi quasi del tutto nei mesi centrali della primavera. Da notare che le percentuali fornite sono frutto del confronto tra i dati mediani del periodo in esame confrontati con le 5 settimane iniziali del 2020 (dal 3 gennaio al 6 febbraio 2020). Un confronto insomma tra la mobilità di inizio anno e quella i tempi del lockdown.

 

 

Le prime zone rosse, la mobilità rallenta al Nord – Già alla fine di febbraio iniziano ad essere tracciabili, in termini di mobilità delle persone, le conseguenze delle misure prese dal Governo contro la diffusione del Covid. In Lombardia (dove si trovavano i primi 10 comuni chiusi a qualsiasi spostamento) gli spostamenti verso i luoghi di lavoro calano del 2%, quelli verso le stazioni di trasporto pubblico del 13% e ci si reca verso luoghi di retail e tempo libero con una frequenza che segna un -19%. Allo stesso tempo il timore per delle chiusure improvvise, spinge gli alimentari e le farmacie verso un +30% degli spostamenti. Il tutto in una Italia che rimane pressoché immutata nelle sue abitudini: gli spostamenti verso i luoghi di lavoro sono al +1%, quelli per le stazioni di trasporto pubblico al +6%, gli alimentari e le farmacie, forse un po’ spinti dall’allarmismo che inizia a diffondersi nel paese, raggiungono il +16% e i parchi il +23%.

questa immagine è tratta dal Tableau riportato sopra. Per visualizzare i dati basta cliccare nella tavola all’inizio di questo articolo e selezionare le date corrispondenti

Carnevale, le regioni più colpite iniziano a fermarsi – Soltanto un paio di giorni dopo, gli effetti delle chiusure iniziano a farsi più evidenti nelle aree in cui si iniziano a manifestare i primi focolai estesi e quindi messe in quarantena dal Governo. In Lombardia le stazioni di trasporto pubblico registrano il 37% degli spostamenti in meno, in Piemonte sono il 26% in meno, così come in Veneto, mentre in Emilia – Romagna raggiungono un -23%. Anche i luoghi di lavoro iniziano a congelarsi. Nel territorio regionale lombardo gli spostamenti verso uffici o luoghi lavorativi calano del 23%, del 21% nel piemontese, -19% per i veneti e -15% per la regione di Bonaccini.

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Inizi marzo, l’Italia si cristallizza – Gli italiani rinunciano a spostarsi davvero con l’inizio del mese di marzo e soprattutto con il decreto dell’11 del mese, con il quale il Presidente del Consiglio decreta il lockdown. Non ci sono più le zone rosse, perché l’intero paese è una immensa zona rossa e quindi gli spostamenti nelle regioni tornano ad allinearsi tra di loro. Crollano i movimenti verso le stazioni di trasporto pubblico del 57% in media nazionale, -52% i viaggi verso luoghi di retail o di tempo libero, – 32% i parchi e con lo smartworking o le chiusure -37% i luoghi di lavoro. Tengono gli alimentari e le farmacie con un -14% che va considerato alla luce delle grandi scorte che gli italiani avevano già fatto alle prime avvisaglie di pandemia. E crescono gli spostamenti nei luoghi di residenza che segnano un +19%. Guidano il congelamento delle stazioni di trasporto pubblico i lombardi con un -65%, meno parchi rispetto agli altri italiani per i campani -49% e un semi vuoto nei luoghi di lavoro per il Lazio con il -44%.

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Pasquetta, niente gita fuori porta – Circa un mese dopo, in occasioni delle feste della Pasqua cristiana, gli italiani si sono rassegnati a rimanere a casa. I cali negli spostamenti superano l’80%. In media in Italia i luoghi di retail e tempo libero registrano un -96%, gli alimentari e farmacie -93%, i luoghi di lavoro -90%, i parchi un -86%. Ci si muove solo nelle zone di residenza con una media nazionale intorno al +40%.

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Metà maggio, arriva il disgeloÈ con le riaperture all’interno delle singole regioni che i dati ritornano a salire. Fino al 4 del mese gli italiani sono ligi alle prescrizioni, dopo di che gli spostamenti iniziano lentamente a ripopolare i territori. Al 18 di maggio si iniziano a riscoprire i parchi che tornano a un -11% (il 22 marzo avevano registrato il record del -91%). torniamo in parte al lavoro, con la media Italia che è al -36% e le stazioni di trasporto pubblico al -48%. Guidano il ritorno al verde il Piemonte con +15%, poi il Friuli Venezia – Giulia con un +13%, mentre regioni verdi come la Valle d’Aosta o il Trentino Alto – Adige continuano a godersi i loro giardini domestici, rispettivamente -31% e -39% gli spostamenti verso i parchi. Vuote ancora le stazioni di trasporto pubblico. Nelle due regioni con gli hub più grandi, gli spostamenti rimangono dimezzati: nel Lazio -55% e in Lombardia -56%.

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Inizi giugno, finisce l’era glaciale – Con le prime riaperture regionali iniziano a risalire tutti i valori della mobilità abbandonando i -50% e oltre del periodo del lockdown. I parchi in media Italia registrano un +6% degli spostamenti, gli alimentari un -7%, il retail e i luoghi di divertimento un -29%, il lavoro un -31% e le stazioni (che vedremo stentano ancora oggi a riprendersi) un -37%.

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Estate 2020, la nuova normalità – Se si calcola che i dati forniti da Google confrontano i periodi analizzati con i primi mesi di questo anno senza Covid, è chiaro che la mobilità degli italiani non è ancora rientrata nei parametri abituali. Si nota lo smartworking, con gli spostamenti verso i luoghi di lavoro che registrano un -14%. Si legge la diffidenza verso lo shopping o i luoghi di divertimento (presumibilmente perché ancora chiusi, senza spazi all’aperto o affollati) -18%. Si notano anche gli effetti degli acquisti di scorte di cibo e farmaci ai tempi della pandemia con alimentari e farmacie al -12%. Si nota invece la grande voglia di natura e di non avere delle mura intorno con gli spostamenti verso i parchi che raggiungono un +71% (+145% in Sardegna per esempio). Ancora un po’ vuote invece le stazioni di trasporto pubblico (forse anche per l’assenza dei turisti): nel Lazio -29% e in Lombardia -28%.

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Uno sguardo in Europa – Basta un colpo d’occhio alla stessa tavola sulla mobilità realizzata però con i dati europei per capire quanto nel continente il rapporto con il lockdown sia stato diverso. Prima tra tutti la forbice delle oscillazioni che non raggiunge percentuali vicine al -100% di mobilità come invece è in Italia. Poi il periodo è differente. Le varie nazioni europee registrano dei cali di mobilità a partire da metà marzo e in modo molto difforme da nazione a nazione. Alla fine del mese, nella maggior parte delle nazioni, cresce la mobilità delle zone residenziali a scapito di tutte le altre e ad inizi aprile raggiunge anche quote del +60%. Con varie oscillazioni la dimensione di lockdown rimane diffusa nel continente almeno fino alla prima settimana di maggio, quando la mobilità si avvicina di nuovo a valori positivi verso tutte le mete, frutto delle prime riaperture. Ad oggi rimangono indietro tre nazioni in particolare, dove per esempio la mobilità nei parchi ha ancora valori negativi o vicini allo 0: Irlanda, Regno Unito e Portogallo.

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