I più spaventati sono i francesi, ma i più frodati sono gli ungheresi. Con l’uso sempre maggiore di internet, crescono i ladri di identità. Un fenomeno che è ancora contenuto nel continente, ma che già spaventa 7 cittadini europei su 10

Più di sette italiani su 10 hanno paura che gli venga rubata la propria identità on line, ma solo otto su 100 sono stati vittima di un cyber crimine come questo. L’Eurobarometro nel febbraio 2015 (quindi gli ultimi dati disponibili risalgono all’ottobre 2014) ha pubblicato il suo report “Cyber security” per mappare la situazione nel continente in tema di furti di identità sul web, truffe, sottrazione dei dati personali e di quelli della carta di credito. E ciò che è emerso è che tutti i cittadini dell’Unione sono molto spaventati dal fenomeno (il 68% si dice preoccupato per un furto di identità) ma soltanto in pochi, pochissimi in realtà, lo hanno mai dovuto sopportare di persona (soltanto sette su 100 nella media dell’Europa a 28).

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Come avevamo già raccontato nel Rapporto Coop 2016, molti italiani sono ormai padroni del web: quasi 38 milioni di cittadini utilizzano internet, su una popolazione nazionale di 60 milioni, mentre sono 28 milioni coloro che hanno un profilo social. tutto questo nonostante la possibilità di vedere rubati i nostri dati personali ci preoccupi particolarmente. Quasi sette italiani su 10 temono che un hacker entri nel proprio profilo Facebook o Instagram o nell’account di posta. Più di sette su dieci hanno paura di ricevere un virus e più di sei sono spaventati dall’idea di vedersi chiedere un riscatto per riprendere possesso del proprio pc.

 

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A nulla serve per altro l’abitudine che abbiamo con certe situazioni come per esempio l’acquisto di beni on line. Quasi sette cittadini su dieci temono truffe con la carta di credito o con il on line banking, mentre sette su dieci, quando comprano sul web, temono che il pacco non venga recapitato. Ma se guardiamo le percentuali di coloro che hanno davvero subito questi tipi di frodi o furti, i numeri calano drasticamente senza superare mai il 15% (fanno eccezioni coloro che raccontano di aver trovato un virus sul proprio pc raggiungono il 43%).

 

 

Come si vede per altro, nel confronto europeo non siamo neanche tra i più spaventati. Ci battono spesso i francesi, gli spagnoli o per esempio anche gli inglesi. Ma questa paura è motivata in fondo? Crif, società che in Italia si occupa da 25 anni di erogazione e gestione del credito alle persone e che quindi presta molta attenzione ai dati dei propri clienti, ha studiato il fenomeno delle frodi on line. Nel suo rapporto pubblicato a dicembre dello scorso anno, evidenzia come gli stessi ladri si stiano specializzando sulle frodi on line e di quanto i social aiutino questo tipo di illeciti. Infatti, come è scritto nel documento Crif, i dati contenuti nella posta elettronica e quelli dei social network potrebbero essere di aiuto nel trasformare questi singoli furti in fenomeni virali. Ed il numero delle persone a cui è stata rubata l’identità (non necessariamente on line) è cresciuto negli ultimi tempi. Stando a Crif, nel primo semestre 2016 (ultimi dati disponibili) le frodi creditizie realizzate attraverso la sottrazione di dati personali hanno raggiunto gli 8000 casi, con un +1,5% rispetto a settembre 2015. L’importo medio di queste truffe è di quasi 10 mila euro e la maggior parte dei soggetti colpiti è composta da uomini.