Con meno di 5000 abitanti e spesso in montagna, i piccoli Municipi sono quelli in cui la spesa pro capite annua è tra le più basse del Paese. In maggioranza al Sud, a fare la differenza tra chi spende di più o di meno è il tasso di occupazione

Come certificato dall’ultimo rapporto Istat del 14 luglio 2016, la povertà arriva anche al Nord. Nel 2015 l’incidenza di quella assoluta è cresciuta nella parte settentrionale del Paese, registrando la crescita del numero di famiglie coinvolte dal fenomeno dal 4.2% al 5% e vedendo crescere il numero assoluto di persone colpite dal 5.7% al 6.7%. La stessa tendenza si riscontra nell’analisi dell’Ufficio Studi Coop che ha esaminato il 15% dei Comuni che spendono di meno in Italia (al di sotto di 9355 euro pro capite in 12 mesi). Dal monitoraggio emerge che anche se più del 95% dei Municipi coinvolti si trova nel Mezzogiorno, il 4% è al Nord e l’1% al Centro. Delle 1207 Municipalità prese in esame, 843 sono al Sud, 305 nelle Isole e le rimanenti si dividono tra Nord-Ovest, Nord- Est e Centro.

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Piccoli e lontani dal mare, i Comuni d’Italia con bassi consumi sono per la maggior parte centri con meno di 5000 abitanti, che sorgono nell’entroterra o tra le montagne (uno su due si trova in territori totalmente montani). Un identikit che rispecchia molto quello dei Comuni d’Italia in genere, anche se c’è una differenza tra la media italiana e quella di questi centri che consumano poco: il lavoro. Se negli oltre 8000 Comuni d’Italia gli occupati sono il 45% in media, nei Municipi meno consumatori il tasso scende al 35%.
Caratterizzazione dei Comuni con bassi consumi per dimensione demografica, morfologia, status lavorativo dei residentitavola2

Se si guarda al numero dei Comuni che spendono di meno rispetto al totale dei Municipi presenti nelle varie Regioni, la loro incidenza rende ancora più chiara la differenza che divide a metà l’Italia tra Sud e Nord, con una zona franca nel Centro. Proprio al Sud infatti, su 100 Comuni, 45 consumano meno di 9.355 euro pro capite annui, contro neanche 1 su 100 al Centro o poco più di 1 su 100 al Nord. La Regione in cui l’incidenza dei Municipi con bassi consumi è più penetrante è la Calabria, dove più di un Comuni su due appartiene alla fascia più bassa della spesa in Italia. Percentuali vicino al 50% anche per Molise, Puglia e Campania che sono in cima alla classifica dei meno consumatori, mentre bisogna arrivare alla nona posizione per incontrare la prima Regione del Nord: il Trentino Alto Adige.
Comuni con bassi consumi: localizzazione geografica e incidenza relativa
(Valori assoluti e percentuali)

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In numeri assoluti i Comuni con il livello più basso di consumi sono più numerosi in Campania dove raggiungono 251 Municipalità, poi Calabria, Sicilia, Sardegna e solo al sesto posto una Regione del Centro: l’Abruzzo, e in nona posizione le prime del Nord: il Piemonte e la Lombardia. Ma non sono comunque tutti al Sud. Infatti nella parte alta della classifica dei Municipi in cui si spende di meno, arrivano anche alcune città del Nord, anche se va valutato il carattere transfrontaliero di alcuni Municipi che vicini per esempio alla Svizzera, potrebbero riversare i loro acquisti fuori confine. Dietro a Stornara in Puglia, in vetta classifica dei primi venti Comuni con bassi consumi, compaiono subito due Municipi del Nord: Val Rezzo e Cavargna, entrambi in Lombardia. Poi le Isole con Mazzarrone in Sicilia e Onanì in Sardegna e poi di nuovo il Nord con Falmenta in Piemonte e Dambel in Trentino Alto Adige.

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Se nella classifica dei venti Comuni che consumano di meno in Italia insomma il fenomeno sembra spalmarsi su tutta la penisola, l’incidenza di questo tipo di “povertà” rimane comunque più pesante nel Mezzogiorno, dove in media circa la metà delle famiglie ha consumi ancora molto lontani dal ricco Nord.